Che le aziende abbiano riaperto è abbastanza evidente; lo vedi dal livello di stress che incroci in strada con macchine che sfrecciano e nei parcheggi dei supermercati durante l’attesa per l’entrata scaglionata.
Questo periodo di stop, lungo e forzato, assolutamente inaspettato, ha fatto saltare alla luce tutta una serie di “buchi” organizzativi che fanno parte delle nostre aziende come fossero elementi dell’arredamento. Mancano processi chiari che rendano facile la comprensione di “chi fa cosa ed entro quando” anche e soprattutto in modalità virtuale, manca l’educazione comunicativa e non perché ci si insulta ma perché non c’è chiarezza di quelle che sono le regole della comunicazione che se non comprese in modalità analogica, una volta trasportate in strumenti digitali diventano devastanti. E quindi molti sono coloro i quali stanno riflettendo sulla possibilità di cambiare azienda, iscriversi ad un corso per cambiare mansione, oppure mettersi in proprio.
Prima di iniziare a cercare su google in maniera assennata notizie su quali siano le professioni del futuro, cosa cercano le migliori aziende, iscriversi a centinaia di newsletter di annunci di lavoro è però indispensabile farsi delle domande.
Pensa ad un esempio pratico: quando entri in un supermercato puoi avere due diversi approcci
- entrare nel negozio e svaligiarlo in base a quello che in quel preciso momento attira la tua attenzione
- preparare precedentemente una lista che hai fatto a seguito di una ricerca di cosa hai in dispensa e di quello che ti servirebbe
Se solitamente l’approccio è il secondo, di fatto quello che fai è un’analisi della situazione attuale, ovvero l’as is, e la situazione che vorresti raggiungere, cioè il to be.
Valutare un cambio di lavoro è proprio come andare a fare la spesa: prima di tutto va fatta una fotografia dello scostamento as is – to be dove il desiderato parte da una conoscenza di quello che mi piacerebbe domani, dallo stile di vita al quale aspiro, da quelle che sono le mie ambizioni. Quindi la prima vera ricerca parte da sé stessi!
Facile? Lo so che te lo stai chiedendo 😉 e sai che io non mento: non è assolutamente facile ma una volta ho letto da qualche parte che se la strada è facile non è quella giusta e posso confermartelo per esperienza personale! Però non è impossibile – anzi possibiliSSIMO!
Come fare? Bhè… occorre metterci la testa e il cuore, ed il coraggio di farsi delle domande, o meglio il coraggio di darsi delle risposte e posso assicurarti che un esercizio discretamente impegnativo è proprio quello di ascoltarsi.
E allora prendi carta e penna e inizia a rispondere a queste domande:
- Domani ti svegli ed è il tuo primo giorno di lavoro; prima di entrare nel tuo nuovo ufficio però devi scrivere sulla targhetta fuori dalla porta 3 parole che corrispondono a ciò che vuoi trovare di diverso: che cosa scrivi?
- Ora scrivi 3 cose che sei brava a fare: può essere fare le torte, ascoltare gli altri piuttosto che il buon gusto per gli accessori. Ma non solo: manda un messaggino ad un paio di amici e chiedi loro che ti dicano 3 cose che pensano tu sia brava a fare e poi crea una lista unica
Rispondendo alla prima domanda riesci a far emergere quelle che sono le cose per te importanti, ciò a cui aspiri. Rispondendo alla seconda invece individui le tue caratteristiche uniche, quelle che ti rendono speciale, le cose che fanno la differenza tra te e qualsiasi altra persona. Giustamente ti starai chiedendo: “Ma cosa c’entra fare le torte con trovare un nuovo lavoro? io non voglio fare la pasticcera!”. Magari scopri che aprire una pasticceria è il tuo sogno…magari no! qui devi essere brava a leggere tra le righe perché fare delle ottime torte nasconde delle doti: la precisione, il saper dosare parole ed azioni, concentrazione, il senso estetico e l’attenzione all’altro (difficilmente qualcuno si fa delle ottime torte per mangiarsele da solo!). Tra l’altro rispondere a questa domanda è anche un fantastico esercizio per aumentare la propria autostima ☺️
Quindi la prima domanda ti dà degli indizi su quello che vorresti fare e/o su quello che vorresti trovare nel tuo novo posto di lavoro. Questo è il to be. Potresti vedere scritto su quella targhetta degli aspetti astratti (ambiente meritocratico, che valorizza le proprie risorse) come anche il Titolo del tuo nuovo ruolo. La seconda domanda invece ti permette di capire la tua situazione di partenza, ovvero l’as is. Mettendo vicine le due risposte devi porti un’altra domanda (eeeee sì…ancora una), ovvero ti devi chiedere “posso fare qualcosa di diverso oggi?”. Mi spiego meglio: se quello che cerchi di diverso è un’ambiente più meritocratico la domanda che ti devi fare è come puoi riuscire a trasmettere questo valore così importante: avrai sicuramente un collega, un collaboratore, un capo.. e quante volte gli hai detto che apprezzi ciò che fa, l’aiuto che ti dà, il supporto che ti ha dimostrato. E anche se non è il miglior compagno di lavoro del mondo almeno una volta avrà fatto qualcosa di buono?! ecco, parti da qui perché la frase “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” è in realtà molto più applicabile nella quotidianità di quanto tu non creda.
Da questa analisi emergeranno quelle che sono le azioni da fare in un’ottica di cambiamento: corsi di formazione tecnici, iscriversi ad un master, lavorare sulle competenze trasversali, apprendere nuovi strumenti e tanto altro.
Ma da questa analisi potresti addirittura accorgerti che dove stai va benissimo, è solo questione di sistemare delle sfumature, aggiustare il tiro, approfondire delle tematiche .
Intanto parti da quà e se vuoi approfondire non mancare ai webinar che organizzo regolarmente per scrivere il CV.
Dopo l’iscrizione ti comunicherò il giorno e la data del webinar.
Fammi sapere come va.
A presto
Monica